Di ispirazione romanica, la chiesa è stata edificata ad inizio '900, in prossimità di una vecchia chiesa poi demolita, grazie anche al sostegno del cavaliere Giuseppe Pini (proprietario della farmacia), di Aurelio Morandi (proprietario della Fornace) e Domenico Bano (tra i soci fondatori della Cassa Rurale).
Essa presenta una facciata molto sviluppata in altezza, con due lesene e due paraste a sostegno della sua maestosità. Al suo centro è presente un arco slanciato che incornicia il portale e la lunetta con San Martino che dona il mantello al povero, opera di Giuseppe Gatto (1983). Sopra il portale spicca un grande rosone ben definito. In sommità una serie di 10 nicchie racchiude altrettanti bassorilievi (opera dello scultore Romeo Sandrin) che rappresentano vari momenti della vita cristiana; essi accompagnano l’andamento della copertura e ascendono verso un’edicola con la statua della Madonna. Una croce e due santi (tutto opera del Sandrin) adornano i fastigi del tetto. Il portale in bronzo, con l’incoronazione della Vergine Assunta e le opere di misericordia spirituali e corporali, è stato realizzato da Silvio Pivotto (1992).
L’interno molto luminoso è a una navata con volta a botte, mentre la copertura del presbiterio si presenta con volta a crociera. L’altare maggiore, ornato di marmi policromi, è sormontato dal capitello colonnato del Santissimo Sacramento. I 4 altari laterali raccolgono nelle proprie nicchie statue recenti (es. statua di Sant’Antonio da Padova opera del Sandrin).
In sacrestia troviamo il ritratto settecentesco di San Gregorio Barbarigo, proveniente dalla vecchia dimora del vescovo.
La prima messa venne celebrata nella nuova chiesa il 29 settembre 1908.
Il campanile è stato realizzato successivamente, tra il 1924 e il 1934.
In una notte di marzo del 1945 la chiesa e la sua canonica furono danneggiate dalle bombe sganciate dall’areo notturno ‘Pippo’. Al termine della guerra esse furono risistemate.